13/03/1924 – Ore 07:45 – #258
Ha iniziato sin pietà ‘l turbinìo d’obbligazioni che mi terrà al cappio pe’i prossimi mesi ma prima d’andar a discorrerne appena ‘n queste pagine, termino ‘l resoconto del dì addietro ch’ancor debbo sviluppare e calcificare nelle memorie. Ieri mane mi son destato piuttosto stanco, com’era prevedibile datasi l’ora tarda della messa a letto. Poscia un primo pasto presso la locanda inclusa nella pensione ov’abbiamo tutti soggiornato, ci siamo recati presso lo stabilimento di produzione della Kryomont, finalmente in Polyem. La nebbia grigiastra e anomala per questa regione contrastava non di poco col clima ottimistico e ospitale dei dirigenti della fabbrica, fattore che m’ha ispirato molto poiché sovente ho avuto modo di esperire un lato diverso de lo che probabilmente in realtà essi son per vero, quissà il tutto dato dalla formalità e freddezza delle consuete trattazioni commerciali cui mi son trovato di mezzo. Siamo stati accolti dal direttore generale della Kryomont, il signor Leonard Oilwash, una figura slanciata incollata a una marsina celeste e calzoni crema, col capello corto e brizzolato come la barba che vestiva appena scomposta. Il signor Oilwash ha narrato per una buona mezzora della storia della Kryomont, in un piacevole e chiaramente ben testato discorso che punta parecchio a toccare le corde dell’emotività nell’interlocutore e, per vero, riuscendoci. Quissà il tono fiero implicito nella favella e le maniere al limite del giocoso han tenebrato la demagogia quel poco che si bisognava pe’ carpire la nostra attenzione più de lo che potessimo maginare. A seguire, la parola è stata presa da un responsabile di produzione che, in maniera molto più tecnica e meno coinvolgente ci ha illustrato varie specifiche e qualità dei prodotti Kryomont. Nulla di stupefacente in tal riguardo sebbene anch’in questo caso vi erano forti basi motivazionali piccicate all’inconfutabilità di tante asserzioni. Poscia una breve pausa di ristoro, siamo stati recuperati da un caposala del reparto di produzione che, dopo averci consegnato le tuniche apposta, ci ha condotti verso le gigantesche macchine del reparto operativo. La fabbrica di Kryomont in Polyem si sviluppa su vari edifici, tutti di dimensioni gigantesche ove centinaia d’operai brulicano tra ‘l chiasso degli aggeggi e spauriscono appena sotto l’imponenti silo colmi di liquido fresco. Fra tubi e ingranaggi, maschere di protezione e carrelli elevatori, pareva di traversare un piccolo paese a sé stante. Ne son rimasto per certo fascinato. Il dì, per vero, s’è concluso con convenevoli e bocconi di desino goduti d’in piedi fra un ciarlare di convenzienza e uno di cortesia e io e ‘l signor Tinsteel, in fine, ci siamo diretti verso la stazione ferroviaria per acciuffare il diretto che ci avrebbe portato in Bolinthos. Stamane l’emicrania ha deciso di spendere l’intera giornata meco e non ne son tutt’ora entusiasta. Le prime ore di luce d’oi l’ho spese nel disfare il baule ch’ho trascinato a Tawskin e nelle poche faccende di sistemazione che necessitavano un po’ di riguardo. La giornata lavorativa, d’altro canto, è iniziata frettolosamente, in una montagnola di scartoffie preparatorie e corrispondenze da leggere e a cui debbo ancor finir di rispondere. Ora che il progetto colla Kryomont ha preso il via, cada dì sarà pregno delle conseguenze di tal incipire e, se non fosse per l’eco di dolore ch’ancor m’avvolge le tempie, oi sarebbe anche stata una giornata efficace. Nelle prime ore del meriggio mi sono recato in Goodborn, uno dei dipartimenti della Activa Corp che non presenziava fra le mie obbligazioni nell’anno scorso. Qui avevo appuntamento col signor Bertrand Trywith, un omone dal baffo e capello appena disordinato, quissà per la mane di fatiche, che m’ha rapito nelle ciarle per quasi un’ora. Con elli ho discusso piacevolmente della programmazione operativa e dei servizi che mi prodigo di fornire alle fabbriche di Hillfoot e siamo finiti per discorrere anche di poco oltre le consuetudini d’impiego, aggiungendoci perfino a conversazioni con altri repartisti. In casa, ov’or mi trovo, ho dovuto stilare un rapporto dettagliato delle informazioni ricevute dal signor Trywith e prepararlo per una spedizione ch’effettuerò dimani poiché il signor Raventale, colui che mi affiancherà in maniera meno operativa, necessita al più presto ogni sviluppo giornaliero della quistione. Per inciso, creo vi sian milliaia d’altre piccole cose di cui porrìa ciarlar ora ma ‘l dolore alla fronte s’è fatto particolarmente fastidioso e crogiolerò nella penombra e nel silenzio fin l’ora del riposo.

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