12/03/1924 – Ore 18:54- #257
‘Sì tanti particolari vi son di che ciarlare poscia questi due giorni lontano di Lylcoin che quissà mi riservo l’intera serata pe’ decomprimere e farfugliarne riguardo in queste paginette tentando di ricordare più particolari possibili de lo ch’è accaduto. Io e il signor Tinsteel siamo partiti da Lylcoin col convoglio diretto che, aimè, avrebbe quindi fatto una singola sosta di ristoro nei pressi del confine tra la regione di Lakelike e quella di Tawskin. Per inciso, alla sosta io vi arrivai mangiucchiandomi le mani pe’ la voglia di picciarmi una cicca e ingollare un caffè. Il viaggio, tuttavia, è stato cheto e ispirante. Io e il signor Tinsteel siamo soliti di mesclare le ciancere dell’impiego coll’obliquazioni personali che non spargiamo d’un orecchio l’altro ma pesiamo con cura. Elli s’apre molto meco su svariati argomenti ch’in pochi, per vero, se non niuno, sentiamo. Siamo giunti presso un paesino alle porte di Polyem verso l’ora del desino, collo stomaco che di lì a poco m’avrebbe lassato pe’ correr alla prima locanda. Ivi era luogo d’incontro colle mie prime tre facce nove delle tante ch’avrei conosciuto ‘n questo viaggio. La prima fu Betty Moust, rappresentante dell’analogo ruolo del signor Tinsteel ma ‘n un’altra regione, in poche parole, una specie d’altro mio capo. Betty Moust è un’affascinante donnino elegante dallo sguardo sapiente, saggio e deciso, perfino nella solarità che par trascinar seco, accentuata dalla cura nei dettagli della sua eleganza esteriore. Di lì a poco, ci hanno raggiunto due venditrici di poco assunte, Alice Lankle e Susie Boast. Esse ne venìan d’una regione lontanissima – entrambe ebbero che prender l’aeronave quella mattina presta. Abbiamo desinato presso una locanda lì vicino, consigliataci da Betty ove debbo affermare sia uno dei miglior posti ov’abbia mai speso un pasto. Sfortunatamente non v’erano portate di bostauro accessibili alle nostre risorse, ma poco male, datesi l’ulteriori abbuffate che ci aspettavano in serata. Abbiamo raggiunto la sala conferenze di Winville in pochi minuti, ancora di poco annebbiati dai vini deliziosi di poco ingurgitati. Qui, i volti nuovi erano tanti e le presentazioni di cortesia si son protratte per molto e non vo’ a elencarle tutte pe’ pena ‘n un possibile lettore che sorbisce tal listare di nomi, parecchi d’esti di poco rilievo nel proseguio della narrazione. Come previsto il giorno addietro, vi erano David Plight, Desmond Vices e Gustav Raventale, principali rappresentanti del direttivo della Frontprice – il signor Plight è l’effettivo proprietario della Meanwhile Corporation, azienda che ha generato la Frontprice per le attività operative nelle fabbriche. Mi sono appartato, poco prima della riunione, con il signor Reginald Ray di cui penso d’aver già discorso in precedenza, per perusare fra i mie’ appunti se vi fossero argomenti da elidere o d’addizionare nel mio intervento oramai alle porte. Con parecchio piacere e quel poco di soggezione che ne consegue, m’è stato assegnato un posto a sedere d’onore di fianco al relatore, lo stesso signor Ray, ch’ha scelto d’affibbiarmi tale importanza a discapito della palese superiorità carrieristica di moltissimi altri individui presenti. Presso la sala conferenze ho potuto fare la conoscenza di Fleur Sachette, la giovine assistente di Reginald Ray e Nadia Neithers. Ho combattuto molti sentimenti contrastanti ne’ riguardi della cadetta ‘n quest’ultimi due giorni, perlomeno finché non mi fosse chiaro il suo impegno relazionale ma mi trovo a soffermarmi ‘ncora percorrendone i lineamenti di poco taglienti delli zigomi, l’occhi curiosi pittati di nocciola e l’elegante dressare che si lassava cadere di dosso del suo minuto corpo indaffarato. È stato un diletto tentar di rapirle uno sguardo di tant’in quando e m’ha rammentato quanto sia piacevole esplorare anche quell’innati desideri al limite fra l’estetico istintivo e ‘l modo di fare ragionato. Mi son dilungato a sufficienza riguardo, non v’era nemmeno quissà ‘sì tanto di che ciarlarne. Poscia una lunga introduzione informativa del signor Ray sull’obiettivi stagionali dell’intero settore commerciale della Kryomont, toccò a me prender parola e illustrare alcune criticità operative, corroborare il tutto con esempi e casistiche ipotetiche, fornire le adeguate soluzioni e proporre uno scambio di esperienze e opinioni fra l’attendenti di modo da stimolare il sorgere di casi ch’ì non aveo considerato e pe’ prender quel poco di fiato che fisiologicamente tendo a smarrire sempre ne’ primi momenti d’un’apparizione pubblica. Mi trovai a pensare a quante volte, per vero, finisco pe’ pormi dinnanzi a folle e pubblici a ciarlare, intrattenere e informare, a discapito del mio carattere perlopiù introverso, anzi, decisamente introverso, al limite dell’asociale. Chessìa per l’esposizione letteraria d’una mia opera di poco uscita, chessìa la presentazione d’un progetto conseguente d’uno dei miei clienti o chessìa perfino nell’ambienti intimi e famigliari ove mi trovo sotto ‘l riflettore a discorrere di tutto e nulla o, più semplicemente e sovente, a intrattenere. Credo valga la pena esplorarne l’ulteriori implicazioni, cagioni e quant’altro ne possa sortire in un secondo momento, quissà quest’estate ove son programmate ulteriori conferenze ed eventi ov’ì sarò locutore onnipresente. La conferenza colla Kryomont s’ha svolto sin intoppi di sorta e, al contrario, credo sia scorsa via meglio de lo ch’ì e ‘l signor Ray avemmo divinato ne’ settimane precedenti. Vero è che non sono stati affrontati alcuni argomenti che reputavo necessari, quali gli interventi operativi di ricalibratura assortimentale che saranno effettuati in un centinaio di fabbriche in tutta la Britannia ma credo che vi sarà modo d’affrontare il tutto quand’anche ‘l sottoscritto si vedrà giungere ‘n que’ luoghi pe’ l’effettivo impiego. Ier sera, la dirigenza della Kryomont ha invitato tutti i presenti presso una raffinata locanda di poco lontano ov’avremmo concluso il dì nell’eccesso indulgente che s’addice a tali occasioni. Nelle lunghe tavolate che i gentili locandieri ci han predisposto, mi son appartato verso un vertice piuttosto solitario ove, a seguire, si son aggiunte le due novelle conoscenze, Alice e Susie, e due volti a me nuovi, Donald Bigsilk ed Henry Codemark. Ho discorso piacevolmente con loro, interrotti sovente dalla caciara prevedibile di codeste occasioni e, poscia un lungo sfarinar opinioni carezzate d’ebbrezza etilica siamo tornati verso la pensione ov’avremmo concesso alle nostre membra quell’insufficiente riposo d’obbligo che s’addice a situazioni com’essa. – Vo’ continuando dimani ch’il sonno m’ha vinto oramai.

CONTACT ME
Mail: delriomarco.md@gmail.com




Lascia un commento