09/03/1924 – Ore 06:45 – #254
Poscia una notte di sonno non soddisfacente, cerco di concentrarmi sul dì dinnanzi. Non vi sono molte attività oi sulla mia agendicola in quanto colla presenza di Lily e Ada non v’è il tempo nè la bisogna d’isolarmi del mondo e dedicare l’attenzioni necessarie alli progetti pendenti. E ciò è bene: a seguito dell’instabilità mentale dell’avantieri credo sia opportuno decelerare bruscamente e riconsiderare nel dettaglio molti aspetti delle mie giornate. Inoltre, in vista de’ due giorni a Polyem, non debbo per nulla affaticarmi a priori ‘n modo da mantenere un livello straordinario di attenzione e prestanza ‘n tal frangente ‘sì fondamentale per la mia reputazione alla Frontprice. Vi sono varie misure drastiche ch’intendo prendere, però, in questo fine di settimana. Una l’ho presa il giorno appena scorso, in cui ho gettato via ogni lattina di tabacco presente ‘n casa: nell’ultimi periodi sono stato afferrato da frequenti spasmi di tosse che m’han portato perfino a rigettare i pasti appena consumati; mi sono reso conto, inoltre, di non aver più la respirazione regolare per le vie nasali da quando ho ricominciato ad abusare della pipa qualche mese addietro. Inoltre, i miei livelli di tensione non paiono allentarsi quando mi lasso indulgere nel vizio e tale automatismo diviene di per sè inutile e ancor più nocivo. Non credo sarà facile astenermi d’una delle mie più consolidate attività ma la forza di volontà ch’ho intenzione di mostrarmi non pote far null’altro se non compagnarmi su d’un altro scalino verso lo che miro cada dì. Inoltre, sono sicuro ch’anche sin star ad elencarli, i fattori positivi conseguenti di questa scelta assennata son talmente tanti che sarebbe da sciocchi non accettare i disagi di questo primo periodo per sopraffare quest’ennesima debolezza. Troverò una valida alternativa, se necessario ma, al momento, la valida alternativa è di fatto il guarire giorno dopo giorno. Oi Ada ed io ci prenderemo casi tutta la mane per una riconsiderazione sull’arrangiamento del mobilio e sulla nettatura compulsiva dell’appartamento; non che ve ne sia particolarmente la bisogna, le faccende vengono eseguite con meticolosità ossessiva casi ogniddì ma, come ben ho già esplicato anche ‘n precedenza, il riordino e lo spolvero della dimora ha effetti ben più che terapeutici sul mio stare e, di per certo n’ho la brama e la bisogna in questi giorni. Tuttavia, avendo rivalutato il sistema di tracciamento delle mie attività e dei miei obiettivi, passando a un libello meglio_organizzato, ha riacceso un ottimismo che solo sparutamente m’è capitato d’esperire. Ancora una volta mi son visto varie volte tra ieri e oggi ringraziare, o perlomeno rendermi conto dell’utilità, del mio smarrimento di qualche giorno fa. Rimettere in prospettiva di tant’in quando, esplorare alcune sensazioni per troppo soffocate, valutarmi per di fuori e arrendermi all’accettazione d’alcuni istinti è ormai diventato un regalo che, sebbene tramite metodi alquanto dolorosi e spaventosi, deve occorrere. V’è ‘sì tanta differenza tra dolore e sofferenza e tra arrendevolezza e rinuncia e, per quanto possa aver senso ora che non mi dilungo nelle differenze, ho capito e scelto di essere in grado di arrendermi al dolore senza rinunciare o soffrire. Che poi, per vero, già ben so ch’un lettore possa perfino chiedersi donde ne riva tutto questo smarrimento. Vi sarà il momento giusto pe’ discorrerne riguardo.

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