Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #241

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25/02/1924 – Ore 21:58 – #241

Stamane mi son concesso la mezzora di più d’attesa sopita sul guanciale ove, sebbene desto per lo più, ho avuto modo di maginar ed impostare a grandi linee lo sviluppo del dì che si parava dinnanzi. Non s’ha trattato d’un dì colmo d’attività, vuolsi pe’ l’ozio divinabile discesomi sopra poscia le settimane d’urgenze e rimesci interiori ma ho avuto modo di pianificare al meglio l’obbligazioni a venire. Ada ha raggiunto l’appartamento in April Street verso metà della mane e ha sfaccendato pe’ i quarti con la solita dimestichezza cui non posso far a meno; frattanto, io e Lily ci siamo dedicati ad alcuni profondimenti ludici o poco meno prima di finir col naso immerso ne’ suo’ tomi accademici e ne’ mie’ registri economici. Salvo qualche spunto d’interesse pe’ l’argomenti di conversazione sorti da tali attività, non vi sono stati altri momenti degni di nota, escludendo di modo ché sottinteso il tepore famigliare che la compagnia reciproca attizza con costanza. Ella m’ha congedato verso il crepuscolo salendo sul convoglio espresso che l’avrebbe riportata in Gersburg ove avrebbe atteso un’informale pasto serale con conoscenze del suo paese. Dal canto mio, tornato a settarmi sullo scrittoio me ‘sì caro, ho spolverato l’ultime carte preparative pe’ la giornata di dimani ed ora, coll’occhi di poco pesanti, vo’ pensando si sia fatto fin troppo tardi pe’ dilungarmi su queste carte. Ho iniziato un altro manualino di filosofia, d’origine orientale e fattura discutibile ma essenziale, per finare e, quissà nell’inconscio mio, trovare talune tecniche o risposte a difettosità e dimande che paion vorticare di qui e lì. Lo che sto di lunga imparando nell’analisi de’ tanti manuali cui m’approccio affamato è che spesso mi vedo cercare risposte a quesiti che non so pormi, tentando seguentemente d’astringere e combaciare le pillole di saggezza all’anfratti del mio cotidiano colla speme d’aver dissotterrato una panacea impeccabile pe’ lo che par angustiarmi didentro. E che non sia talvolta anche ‘sì. Tuttavia, colla lucidità che spesso rinviene alla stesura di questi scritti impulsivi, è chiaro ch’il ragionato decostrutto d’ogni pensiero, azione e reazione non si sottomette a formule magiche ma si sviluppa co’ graduali approcci diari e ‘l costante monitoraggio delli stessi, ambiente ove sto imparando a districarmi sempre con maggior diletto e maestria. Paradossalmente, v’è molto di questa microgestione del tempo e delle mire nel manualino di filosofia orientale che sto divorando ma, come ormai è chiaro, la casistica specifica ed aleatoria cui si è per vero e natura sottoposti necessita ch’esso non sia altro ch’uno spunto addizionale a tutti l’altri tomi, pensieri, lavori e studi. S’ha tardato.



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