Fra un tè e tante carezze, il pomeriggio volgeva ormai al termine. Joy e i suoi genitori non si vedevano da molto tempo e approfittarono di questo incontro improvvisato per aggiornarsi sulle vicende degli ultimi mesi.
L’infanzia di Joy era stata un po’ particolare e con il tempo erano emersi tanti lati del carattere e difficoltà dati proprio dalla vita familiare vissuta nel corso degli anni. Era stato difficile acquisirne consapevolezza, ma si era rivelato fondamentale: aveva potuto capire chi era e quali fossero i suoi reali desideri e le sue aspirazioni; la sua personalità, insomma. Non nutriva rancore nei confronti dei genitori, anzi, aveva imparato ad apprezzarli come mai aveva fatto prima. E loro lo avevano capito. Con fatica e difficoltà, ma avevano capito.
Joy chiese loro di fermarsi per la notte; la casa, seppur piccola, aveva lo spazio per qualche ospite e le avrebbe fatto piacere trascorrere ancora un po’ di tempo con loro. Dopo gli istanti necessari per pianificare il rientro, sufficientemente presto per riprendere i loro impegni ma con almeno il tempo di visitare la sua bottega, le dissero di sì.
La cena fu un momento sereno, così come la notte.
La mattina dopo si svegliarono e di buona lena andarono tutti insieme alla Bottega del Ricamo. Tutti meno il piccolo batuffolo, che ormai aveva già fatto grande amicizia con il papà di Joy e sembrava non volersene proprio separare.



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