Dystoria I

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Anche il dio Thalio, divino patrono delle venti stanze, figlio del dio Aepuro, era rimasto ad osservare, con genuino interesse e appena celato entusiasmo, il composto e iracondo esercito di Norleaves giungere a passo ritmato a poche centinaia di iarde dalle porte della città di Vayrless, un titano d’alte mura spesse e grigiastre che sorgeva dalle pianure silenti. Erano trascorsi più di mille anni dall’avvenimento che a quel dì veniva denominato come “esilio dal vecchio mondo” e, a seguito di lunghe stagioni di pacifica immobilità, la quiete veniva sfaldata per la prima volta nell’istoria di Plemo, una delle stanze favorite al dio Thalio. Norleaves aveva tentato per tutto il decennio precedente di convincere l’attigua regione di Vayrless a concedere alle sue carovane un passaggio ritto, privo di dazi esosi e perigliose deviazioni, verso la città capitale Obiscura con il fine di espandere il commercio artigianale che tanto poteva vantare. Il consolato di Vayrless, per bocca del susseguirsi dei suoi legislatori, aveva mantenuto una politica ben più che contraria a quella della regione confinante, con l’appoggio mesto ma deciso della propria popolazione. Negli ultimi anni precedenti all’assedio della roccaforte di Vayrless, quest’ultima aveva mostrato e dimostrato al consolato di Norleaves come una deviazione del tragitto di commercio attraverso le regioni attigue avrebbe consegnato il medesimo risultato, salvaguardando il desiderio del popolo di Vayrless che avrebbe detestato i chiassosi pendolari carichi di merci diretti a Obiscura. Norleaves non poté altro che opporsi a tali egoistiche alternative propugnatele, argomentando su come gli impedimenti naturali, la scarsità delle strade battute e le implicazioni diplomatiche con le altre regioni coinvolte in tali opzioni non avrebbero offerto altro che decimazioni cataclismiche alle forze e alle casse della regione di Norleaves, impossibilitata in tal maniera nel vedere tali spese successivamente pareggiate dall’eventuale commercio nella capitale. Il bastimento di Vayrless era cinto inoltre dal legiferare di Moore Colebarry ch’imponeva senza resistenza il suo volere fin dove i confini prestabiliti lo permettevano; tale consolato, per maggior parte composto di braccia nerborute allenate alle vanghe e all’urticanti erbacce delle pianure, vantava una capacità di autogestione e d’isolamento dalle mescle con altre regioni che oramai pareva essere stanza a sé stante, vuolsi per i vasti appezzamenti fertili e la selvaggina abbondante, vuolsi per il gargantuesco spazio destinato agli stabilimenti di lavorazione dei commestibili che ne acceleravano e promuovevano il progresso.

[Continua]



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