27/01/1924 – Ore 07:36 – #212
Pago del sonno de la notte appena scorsa, mi limito a sparuti righi di nulla stamane, ch’è ‘l primo dì di fatto ‘n cui posso obliar tante obbligazioni e concedermi la quiete che ‘n tanti dì addietro ho anelato. Ada mi raggiungerà nelle prime ore di luce per un fine rassettamento e pe’ convenevoli di norma con Lily, ch’ancora sogna beata. Con quest’ultima debbo frontare alcune sezioni d’approfondimento d’alcuni argomenti sulla quale ella sta rimuginando nelle classi pre-accademiche. Per ciò che concerne ‘l sottoscritto, oi sfoggio un calendario brugo e muto che di tanto che mi solleva, altro tanto mi sperde per ‘sì poca abitudine a tal vuoti. Debbo tuttavia compilare alcune scartoffie qua e là ch’ancor giacciono intonse sul mio scrittoio ma l’urgenza non è ‘l lor tratto distintivo sicché credo ch’attenderanno un paio di mani di più. Ho notato una crescente simmetria tra le mie mire di principio d’anno con lo ch’effettivamente sto compiendo, sebbene tali tendano a ser soventemente ricalibrate pe’ l’aleatorietà diaria eppure, non so ‘ncora se per assorbito talento o pura fortuna, limitando a scarne attività di precisione le mie ossessioni ambiziose, vedo una moltitudine di risultati che di dietro faceo fatica nell’esperire. Che tali sian di fatto fruttuosi pe’ l’obiettivi finali s’ha da valutar tempo andando, resta di fatto che tali d’ogni modo apportano tascate di motivazione energica ch’ì di rado vidi. Comprendere lo che sia corretto fare in la masnada di variabili ch’affollano ‘l dì non è cosa semplice e quissà un libello più ordinato di tali co’ tentativi e risultati porrìa tornarmi utile ne’ mesi a venire. Sto sparlando. M’arresto, orora e lasserò che l’inerzia dell’assenza d’obiettivi oggi rifocilli ‘l mio spirito.
Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

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