Quel giorno Joy era arrivata alla bottega più presto del solito. L’entusiasmo per quella nuova commissione e la voglia di mostrarsi diligente e appassionata al suo nuovo titolare l’avevano spinta ad alzarsi molto presto, curando al massimo ogni dettaglio del suo aspetto. Era solare e sorridente, impaziente di mettersi all’opera.
Joy nasceva in una famiglia semplice e difficile allo stesso tempo. Era sempre stata molto intelligente, sin da piccola. Leggeva tantissimo, e forse anche per questo aveva pochi amici. Preferiva rifugiarsi nel suo universo di storie e racconti e solcare pagine di altri per immergersi in un mondo fatto di creatività e immaginazione.
I suoi genitori stentavano a comprenderla. Erano grati per la sua intelligenza, ma anche in imbarazzo per le sue scarse doti sociali.
Le volevano molto bene, ma a fatica riuscivano a dimostrarlo. Essere genitori affettuosi non è da tutti e a volte ci si lascia trascinare dalle proprie visioni senza riuscire a dare ai figli la libertà di crescere per quello che sono. Le aspettative non dovrebbero influenzare i desideri dei figli, non a tal punto da volerli diversi da come sono.
Joy, nel suo silenzio, aveva capito tutto.



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