25/12/1923 – Ore 09:37 – #179
Sostenuti sussurri di encefalee continuano a darmi il buongiorno in queste prime ore di veglia ovattata. Strascichi di costipazione respiratoria mescolati ai primi sbuffi di pipa fanno d’atmosfera all’inconsueto silenzio che trapela dall’infissi appena aperti. Lylcoin, chiaramente, dorme ‘ncora sulle celebrazioni d’ieri e le sparute carrozze ch’inquinano il mutismo del paese donano un senso di inaspettata poetica a questo giorno festivo. Ho tardato pur io, in nottata, giungendo al mio angolo onirico quand’era già oggi da almeno un’ora e, dopo un’ingente quantità di caffè bruciacchiato, ho già provveduto a imbellettarmi per il successivo impegno sociale di questi giorni. Si prevede un tragitto pacato, da Lylcoin a West Sixth, un borgo satellite di Gersburg e confido che quest’anelli vorticanti ch’al momento m’incoronano le tempie abbiano già abbandonato la mia compagnia, una volta in loco. La serata appena trascorsa s’è svolta in maniera impeccabile corredata da una tracotanza di pietanze deliziose ch’ancora mi rendono restio al considerare un altro pasto di paragonabile abbondanza; tra l’invitati ho potuto apprezzare la presenza di Stewart, ch’ovviamente m’attendevo viste le interconnessioni di parentela acquisita e soprattutto quella di Juliet ch’arrivata da Brickston qualche giorno prima, ha reso il dì degno d’esser immortalato e celebrato. V’è sempre un velo di inesorabile malinconia nell’accontentarsi di qualche ora della sua compagnia prima che riparta per la sua regione di temporanea appartenenza ma non riuscirei egoisticamente a pretendere nulla più di quello ch’in fondo condividiamo già durante lo scorrer dei mesi sebbene questo si limiti a un ermetico rapporto epistolare e qualche incrocio più unico che raro nella festività di turno. Riuscire, invero, a discernere di persona i suoi garbugli personali e offrir du’ orecchie comprensive lo reputo sia onore che privilegio e non posso negar di non attender con trepidazione la nostra prossima riunione. Orora, d’altro canto, mi costringerò a preparar la sacca per il viaggio, prevalentemente colma dei presenti destinati all’ospiti d’oi e lasserò questo scrittoio nella prossima mezzora in modo da non perdere una delle poche carrozze previste oggi in partenza dalla stazione.
Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

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