Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #177

23/12/1923 – Ore 18:15 – #177

Sto temporeggiando, al momento, dal pormi su qualch’attività più impegnativa, dal punto di vista mentale, per non commettere ‘l solito errore di gettarmi nell’iper-attività più presto del dovuto, al ché, sgomitolo qualche rigo su queste pagine quasi pe’ scaramanzia: mi son concesso una veglia tardiva oggi, lasciando che fossero le prime luci dell’ottava ora e l’ormai assente significato dei sogni a trascinarmi via dalle coperte. Il fisico ‘ncora non è nella sua forma ideale e gli echi della malattia fanno breccia tra i movimenti che azzardo un poco alla volta. Non ho sentito il bisogno, oi, di contattare il medico in quanto Ada, presentatasi già al mattino, m’avrebbe compagnato per molte dell’ore della giornata. Il senso d’ordine e rigore lasciatomi ha re-invigorito anche la mia intraprendenza ch’ha sfociato in una breve promenade pe’ il paese. Ho recuperato, all’emporio orientale, degli spilli metallici, di mediocre fattura, l’ammetto, ma al modesto prezzo d’un bronzo. La ragazza dell’emporio, oramai, mi riconosce e mi saluta molto più cordialmente rispetto all’altri avventori, sebbene al momento ‘ncora non ho informazioni sul suo nome o sulla sua storia. Pare, tuttavia, ch’abbia già qualche lustro di presenza da queste parti vista la parlata fluente e con pochi inciampi. Poscia la breve visita al King World Shop, ho pensato di concedermi altre perlustrazioni ne’ negozi di torno ma lo sciame incontrollato di paesani ‘n cerca dell’ultimi regali per le feste m’ha fatto desistere. Qui, tra le mura bollenti, oi, so che conviene lasciarmi reposar chetamente e non estenuar le poche forze che sto recuperando ‘sì velocemente; troverò, a breve, un passatempo da completare comodo sulla poltrona e vedrò quanto sarà arduo combatter la noia della sedentarietà senza abusar di uisge o liquori zuccherati.