20/12/1923 – Ore 10:28 – #174
Qualche deterioramento motivazionale all’incipir del dì, oi ch’aveo pianificato un lungo giro di visite d’affari presso la contea di Augustine ma che mi vedo costretto a posporre al dimani, con tutto ‘l disappunto che ciò causerà alla giornata, sia attuale che futura. Per caso o sfortuna, o più ch’altro, pe’ mal attuata gestione de’ miei rimbalzi psicologici, mi trovo ‘n una schermiglia introspettiva dal sapore agro, ‘n cui l’ottimismo recente ha lasciato abbastanza spazio da permettere l’inserimento d’una deriva emotiva alla quale fatico a trovar una causa o ragion d’esistere. Mai cosa, tuttavia, v’è stata più sicura della consapevolezza ch’allatto da qualche tempo ch’il novo inizio, ‘l novo anno ormai alle porte, sia una svolta talmente significante da farmi trepidar d’anticipato entusiasmo. L’attriti ch’ho incastrato a forza nelle solitanze nocive non hanno ancora attecchito come sperato ma la lunga scalinata ch’immaginai come preparazione ai prossimi trecento giorni è giunta al termine e poche falcate mi distanziano d’un dell’obiettivi più fondamentali per la mia anelata ascesa. Nelle prossime ore completerò ogni attività designatami e, con sol qualche briciolo di dubitato risolumento, sono pertanto fin d’ora sicuro dell’effettiva utilità di tale giornata – anche perch’in mano ho fondamenta e risultati accennati e ‘l sole ancora sonnecchia tra ‘l respiro cotonato dell’inverno. Uno dell’obiettivi ch’accompagneranno il lastricato di buone intenzioni in arrivo è ‘l deseo di scriver ancora più di quanto già non faccia ora e, quissà, un futuro lettore, centinaia d’anni d’ora, s’accorgerà di tale evoluzione in questo compendio di quotidianità senza fine, in tutti e due i sensi implicati.
Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

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