16/12/1923 – Ore 08:35 – #170
Giunto a Lylcoin oltre la mezzanotte, ho tentato di recuperar l’ore di sonno fin’al più tardi possibile, sebbene l’allarme impostato ne’ giorni precedenti ha chessia destato l’intero quartiere alla settima ora. Non ho patito particolarmente la sveglia forse proprio pe’ la consapevolezza d’aver meno tempo a disposizione stamane e pel deseo e necessità di completar più compiti possibili nonostante il torpore festivo ch’avvolge la regione. L’evento d’ieri s’è palesato più sopportabile dello sperato, sebbene Lily, com’i suo’ compagni d’accademia, non si sia dilettata in virtuosismi di gravicembalo ma solamente in cori. Tuttavia, la presenza d’una filarmonica locale e un teatrante a me scanosciuto hanno zuccherato la che pensai potesse essere sol una retorica perdita di tempo. Son lieto, invero, d’aver potuto anch’ammirar l’imponenza edilizia del luogo, un edificio di culto per l’occasione tirato a lucido, ‘n cui il minimalismo rigoroso dell’ovvia recente costruzione era spezzettato da sparute tele di poco risalto e qualche sghiribizzo pseudo-raffinato. Ciò non rimove ‘n ogni caso nulla all’efficiente maestria architettonica impiegata. Oi ‘nvero profitterò dell’ore dinnanzi pe’ recuperar Ada ‘ncor una volta, quissà condividere un frugal pasto in loco e, poscia l’affari ch’intenziono sgomberare, raggiungere Florence pe’ un peripatetico meriggio tra le straduzze addobbate di Lylcoin, sfidando le temperature rigide ch’avvolgono la contea di Bolinthos in questi giorni.
Ore 21:35
Una sequenza decisamente produttiva di attività necessarie e tediose ha partortito, nel meriggio rigido del paese, il bisogno di svuotar il resto del dì dall’impegni mentali, ‘sì che abbandonarsi tra i ciottoli umidi del centro del paese ha rinvigorito anche ‘l fisico poscia le mancate attenzioni che son solito ragguardare nelle solitanze mattutine. Compagnati da sorsi di conditum paradoxum replicato ad eccellenza, per quanto possa immaginare, avem sperperato l’ore del celere tramonto ne’ cortili medioevali dell’attrazioni ‘ncor rimaste a Lylcoin. Il fluir del popolo, la caciara sommessa e la mercanzia umile han corniciato decentemente ‘l tutto. Profittando dell’ormai foriscita da’ tepori casalinghi, il secondo pasto del dì s’è svolto poco lontano dai confini del paesino, ‘n un altro borgo satellite, Pauplars, presso una locanda anteticamente raffinata contro lo sterile panorama contadino di sfondo.
Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

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