Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #168

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14/12/1923 – Ore 11:10   – #168

Mi concedo qualch’attimo di respiro calcolato prima d’avviarmi verso la quarta fabbrica della mattinata, quella di Henchester, nella contea di Augustine ov’ormai mi trovo da svariate ore. Le ripercussioni dell’esercizio fisico ch’ho iniziato a effettuare con costanza alle prime aperture delle palpebre sono ormai più che percepibili: sostenute contrazioni delle masse muscolari negli arti e nel torace portano un effetto piccante alla mascella. Tal’evolvimento, tuttavia, m’appaga e conforta, quissà pur pe’ l’immersione nelli scritti di stoicismo classico al quale paio non penare il respiro affannato. Sia per metafora che no. Oi si prospettano ‘ncora lunghe ore di faccende tediose e ‘l termine ultimo per il convoglio che mi porterà verso Lylcoin sarà alla quindicesima ora. Motivo per il quale, probabilmente, non dovrei bighellonare al bancone di questa locanda scarabocchiando i mie’ pensieri su questo taccuino, nè dar adito all’echi d’ozio e agio che blaterano immotivati. Termino_or questo decotto di Hordeum di Pole e torno su’ mie’ mezzi di lucro. Ho messo, tra tutte l’altre cose, le mani su ‘n fantastico tomo di filosofia presocratica stilato ‘n volgare circense, quasi giullaresco e, a ser sincero, non nego ch’apprezzerei tale stile anche pe’ molti de’ manuali e libelli cui spesso dovrei rimbalzarvici su.

Ore 21:02

Decisamente poco di cui rimproverarmi oggi; dopo aver completato le mie obbligazioni a Henchester, ho finito per proseguire i miei incontri professionali a Glasspool, Little Castle e, poscia ‘n monotono rientro col convoglio delle tredici, terminato a Knighthill. Mi è rimasto il tempo sufficiente per indugiare in un veloce caffè presso una locanda di Lylcoin, ove tuttavia, mi son visto costretto ad anticipare alcuni scritti ch’avrei promulgato oggi alla riunione dei Fox Reprise. Quest’ultimo è un gruppo letterario di recente instaurazione ch’al momento conta cinque membri se comprendo il sottoscritto. Obiettivi della compagnia sono la divulgazione di prose rimate, la presentazione d’originali scritti pseudo-classici, l’intrattenimento musicale d’accompagnamento a tali opere e, più d’ogni altro fine, l’accoglienza di genti varie ed eventuali a compagnia e conversazioni attinenti – e non – sulle tematiche più disparate possibili, con accentuato riguardo pe’ linguaggi ricercati, spigliati e oggettivamente interessanti. Chiaramente, l’apparenza e la struttura embrionale di tale progetto è evidente e, sebbene solo tenera lanceolata in una foresta, l’ottimismo che si dilegua su’ volti dei mie’ compagni non po’ arrestare il costante impegno nello sviluppo e nella tentata espansione. Sono sicuro che mi vedrò dilungarmi su questo tema nei prossimi mesi. L’ore son scivolate in maniera goliardica e produttiva nell’aula riunioni di Dred Street, della periferia di Bolinthos, poco lontano dallo stabilimento della Crosspath Factory. Com’usuale e seguitante da tali riunioni, mi vedo saturo d’ulteriori compiti preparatori per i prossimo incontro che, salvo imprevisti, si terrà a metà della prossima settimana. L’unico svantaggio del tardo meriggio con la compagnia è stata la cena: mi son contentato d’un tozzo di pane lontano dall’anni migliori con stracci di carne all’interno, prima che la spossatezza prendesse ‘l sopravvento sulla mia lucidità e mi vedessi scaraventato a scarabocchiare quest’ultime frasi col mio abito da notte già indosso.

Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

Samuel Merchant, 1923


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