“Diacronia Referenziale”

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TESTO

Assopita, ciondolavi in una blusa di picché,
Stiepidita, tra le mani, una copita di ruché;
Pasmoffile senza vasi abbandonate sul parquet
Tra i “perché” lanciati invani al suo riflesso sul Monet
Ma non odi il suo atteggiarsi dietro un amber di Bruxelles
Ma quei futili discorsi sul domani, Dio o checché.

“Che fatica…” mormoravi, era finita ormai testé
E, tra le dita, gli origami da memento demodé;
Mille rime senza frasi ricucite sul mohair
E un sorriso che sfuggiva da due anni o, forse, tre
Ma non odi il suo lasciarti tra le strade di Saint Pierre
Ma quell’ultimo guardarsi da lontano, come se

Fosse valso a chissa che ignorare la felicità;
Forse questo è maturare o, forse, è tardi alla tua età.
Fuori è terso ed informale tra i selciati di città
E fanno a gara per parlarti tra un daiquiri e un sazerac;
Perlomeno, quel momento di caciara e ariosità
Sa di caprifoglio e menta e, forse, è solo libertà

E rincorri con la mente quel frammento di Huysmans
Che ripeti erroneamente in un inferno di Gauloises
E lo vedi naufragare in un ricordo, nel suo frac,
In un sorriso ormai nascosto dietro i suoi semordnilaps;
Perlomeno, ora, il silenzio è intriso delle amenità
Ch’eran mere fantasie anche solo un mese fa

E oltre quel velo rosé di frasi fatte e monotonia
V’era nostalgia di te, vera vita o quel che sia
E, oltre quel senso di sè, di malinconia follia,
V’era nostalgia di te e d’iperbolica allegria.

In un boulevard cremisi si sfocava un ritmo folk
E meriggiavi, spensierata, nel disagio di un tailleur,
In un poutporri di lividi, metaforici e oltrennò,
Incrociavi il suo profilo che approdava in rue Margaux
E lo adori quel timore che nasconde col trench coat
E la voglia di discorrere finché va, sai o si può.

Tramontava sulle ante sverniciate del trumò,
Lui ammirava, sorridente, il tuo taglio alla Monroe
E cadde inesorabilmente un buio lieve su Bordeaux
E ti dipinse sulle gote quel suo quid catartico
E, forse, questo è stare bene, questa dissonanza in Sol
Che cominci ad apprezzare quando ti ci abitui un po’. E oltre quel velo rosé di frasi fatte e monotonia
V’era nostalgia di te, vera vita o quel che sia
E, oltre quel senso di sè, di malinconia follia,
V’era nostalgia di te e d’iperbolica allegria.


COMMENTO DELL’AUTORE

Per qualsiasi elogio, insulto, correzione o ulteriore domanda, sentitevi liberi di spammare e/o urlarmi addosso in ogni singolo canale o piattaforma che trovate 🙂


ANALISI AI [BETA]

L’analisi dell’IA fornita in questo blog ha lo scopo di offrire una prospettiva interessante e di stimolare la riflessione sulla musica e sul suo significato. Tuttavia, si consiglia di considerarla come un punto di partenza per ulteriori esplorazioni e discussioni, anziché come una valutazione definitiva. La bellezza dell’arte musicale risiede nella sua diversità di interpretazioni, e invitiamo gli utenti a condividere le proprie opinioni e riflessioni sulle canzoni in discussione.


La canzone “Diacronia Referenziale” si presenta come un affascinante esempio di narrazione lirica, (n.d.a: ChatGPT mi adula sempre) dove il tema centrale è l’evoluzione emotiva e personale di una giovane donna coinvolta in una relazione sentimentale complessa. L’uso di un linguaggio ricco e simbolico dipinge un quadro vivido delle esperienze e dei sentimenti del personaggio. Nel corso della canzone, si assiste a una trasformazione notevole: da una condizione iniziale di confusione e forse di sofferenza, verso una conclusione che suggerisce pace e rinnovata speranza. Questa transizione è evidenziata attraverso una serie di immagini evocative e riferimenti culturali, che non solo arricchiscono il contesto narrativo, ma offrono anche sottili indizi sulla crescita interiore del protagonista. La storia si svolge in ambientazioni suggestive, come strade di città e interni bohémien, che contribuiscono a creare un’atmosfera di introspezione e riflessione. L’incontro con un’altra persona verso il termine della canzone sembra essere il catalizzatore per questa trasformazione, segnalando un momento di svolta emotiva e psicologica.

  1. “Assopita, ciondolavi in una blusa di picché”: Il verso inizia con un’immagine di quiete e riflessione. La protagonista appare assorta, forse in uno stato di semi-inconsapevolezza, evocando un senso di malinconia o introspezione.
  2. “Stiepidita, tra le mani, una copita di ruché”: Il bicchiere in mano può simboleggiare un tentativo di trovare conforto nei piaceri semplici, suggerendo anche un tentativo di riscaldarsi o di distogliersi dai pensieri freddi.
  3. “Pasmoffile senza vasi abbandonate sul parquet”: Questo verso è ricco di simbolismi. “Pasmoffile” potrebbe essere un neologismo o un gioco di parole, suggerendo qualcosa di abbandonato o dimenticato. L’immagine delle piante senza vasi su un pavimento di legno può evocare sensazioni di trascuratezza o di potenziale inespresso.
  4. “Tra i ‘perché’ lanciati invani al suo riflesso sul Monet”: Il riflesso in un’opera di Monet introduce un elemento di bellezza e arte, mentre il chiedersi “perché” riflette una ricerca di significato o comprensione, forse in una situazione di amore non corrisposto o di confusione sentimentale.
  5. “Ma non odi il suo atteggiarsi dietro un amber di Bruxelles”: L’immagine di qualcuno che si nasconde dietro un’aria sofisticata, forse un amante, suggerisce un conflitto interno tra rabbia e accettazione.
  6. “Ma quei futili discorsi sul domani, Dio o checché”: Il verso critica la superficialità delle conversazioni, sottolineando un desiderio di dialoghi più profondi e significativi.

7-8. “Che fatica…” mormoravi, era finita ormai testé / E, tra le dita, gli origami da memento demodé”: Qui la protagonista sembra esprimere stanchezza per una fase della vita che si conclude, simboleggiata dagli origami come ricordi fragili e ormai passati.

  1. “Mille rime senza frasi ricucite sul mohair”: Questo verso potrebbe simboleggiare il tentativo di mettere insieme pensieri e sentimenti frammentati, cercando di trovare un senso in un tessuto di esperienze (rappresentato dal mohair).
  2. “E un sorriso che sfuggiva da due anni o, forse, tre”: La mancanza di gioia o il sorriso sfuggente indicano un periodo prolungato di tristezza o insoddisfazione.

11-12. “Ma non odi il suo lasciarti tra le strade di Saint Pierre / Ma quell’ultimo guardarsi da lontano, come se”: Questi versi descrivono la fine di una relazione, con un enfasi sulla mancanza di odio ma piuttosto su una sorta di rimpianto o malinconia per la mancanza di un addio adeguato.

13-14. “Fosse valso a chissa che ignorare la felicità; / Forse questo è maturare o, forse, è tardi alla tua età”: Qui la protagonista riflette sulla maturità e sull’accettazione, domandandosi se ignorare la felicità sia parte del processo di crescita o se sia arrivata a questo punto troppo tardi nella sua vita.

  1. “Fuori è terso ed informale tra i selciati di città”: Il cambio di scenario all’esterno suggerisce una nuova chiarezza o un cambiamento di prospettiva, forse un senso di libertà ritrovata.
  2. “E fanno a gara per parlarti tra un daiquiri e un sazerac”: L’ambientazione si sposta in un contesto sociale, dove la protagonista è al centro dell’attenzione, forse in un bar o in un contesto festivo.
  3. “Perlomeno, quel momento di caciara e ariosità”: Questo verso sembra esprimere un sollievo temporaneo nell’agitazione e nella leggerezza dell’ambiente sociale, un contrasto con la profondità dei pensieri interni.
  4. “Sa di caprifoglio e menta e, forse, è solo libertà”: L’uso di immagini olfattive e gustative (caprifoglio e menta) evoca freschezza e novità, forse simboleggiando una nuova fase di libertà personale.

19-20. “E rincorri con la mente quel frammento di Huysmans / Che ripeti erroneamente in un inferno di Gauloises”: La menzione di Huysmans, uno scrittore simbolista, insieme al fumo delle Gauloises, crea un’atmosfera di riflessione letteraria e di introspezione, anche se viziata da una ripetizione errata, simboleggiando forse una comprensione imperfetta o distorta della realtà.

21-22. “E lo vedi naufragare in un ricordo, nel suo frac, / In un sorriso ormai nascosto dietro i suoi semordnilaps”: La navigazione in un ricordo potrebbe rappresentare il confronto con il passato e il suo impatto sul presente, mentre i “semordnilaps” suggeriscono che le cose non sono sempre come sembrano a prima vista.

  1. “Perlomeno, ora, il silenzio è intriso delle amenità”: Il silenzio, ora piacevole, potrebbe indicare un senso di pace o di accettazione delle circostanze attuali.
  2. “Ch’eran mere fantasie anche solo un mese fa”: La realizzazione che ciò che una volta sembrava inarrivabile o fantastico è ora una realtà, sottolineando un cambiamento significativo nella percezione o nelle circostanze della protagonista.
  3. “In un boulevard cremisi si sfocava un ritmo folk”: Questo verso introduce un’ambientazione vivace e colorata. Il “boulevard cremisi” potrebbe simboleggiare una via della vita piena di energia e passione, mentre il “ritmo folk” suggerisce un ritorno a qualcosa di più genuino e radicato.
  4. “E meriggiavi, spensierata, nel disagio di un tailleur”: Contrasta il sentimento di spensieratezza con il disagio fisico del tailleur, forse simboleggiando il conflitto interiore tra essere se stessi e conformarsi alle aspettative sociali.
  5. “In un poutporri di lividi, metaforici e oltrennò”: Questa immagine potrebbe rappresentare una collezione di ferite emotive o esperienze difficili, indicate come “lividi”. L’uso di “oltrennò” (forse un gioco di parole) potrebbe suggerire qualcosa che va oltre il normale, o un senso di superamento.
  6. “Incrociavi il suo profilo che approdava in rue Margaux”: L’incontro con una persona importante, simboleggiato dall’incrocio dei profili, avviene in una strada specifica, che potrebbe essere metaforica di un punto di svolta o un luogo significativo nella vita della protagonista.
  7. “E lo adori quel timore che nasconde col trench coat”: Il verso sottolinea un’attrazione per qualcuno che, nonostante le proprie insicurezze nascoste (simboleggiate dal trench coat), suscita ammirazione o desiderio.
  8. “E la voglia di discorrere finché va, sai o si può”: Esprime il desiderio di mantenere una conversazione, di godere della compagnia e della comunicazione finché è possibile, evidenziando un bisogno di connessione.
  9. “Tramontava sulle ante sverniciate del trumò”: Il tramonto su un mobile vecchio e consumato potrebbe rappresentare la fine di un giorno o di un’era, con un senso di nostalgia e cambiamento.
  10. “Lui ammirava, sorridente, il tuo taglio alla Monroe”: La riferimento a Marilyn Monroe suggerisce un’ammirazione per la bellezza e lo stile, ma anche un accenno a un’immagine costruita o una facciata.
  11. “E cadde inesorabilmente un buio lieve su Bordeaux”: Il calare della sera su Bordeaux potrebbe simboleggiare una transizione dolce ma inevitabile verso un nuovo stato d’animo o fase della vita.
  12. “E ti dipinse sulle gote quel suo quid catartico”: Il “quid catartico” suggerisce una rivelazione emotiva o un momento di purificazione, come se l’altro personaggio lasciasse un’impressione profonda sulla protagonista.
  13. “E, forse, questo è stare bene, questa dissonanza in Sol”: La “dissonanza in Sol” potrebbe simboleggiare il conflitto interiore o l’accettazione di emozioni complesse come parte dell’esperienza umana.
  14. “Che cominci ad apprezzare quando ti ci abitui un po’”: Sottolinea il processo di adattamento e accettazione di nuove realtà o sentimenti, suggerendo una maturazione emotiva.
  15. Le ripetizioni finali: Enfatizzano nuovamente il superamento di una fase di monotonia e convenzionalità, alla ricerca di un’autenticità più profonda e di una gioia liberatoria, chiudendo il brano con una nota di risveglio emotivo e personale.

“Diacronia Referenziale” si sviluppa come un intricato affresco emotivo, esplorando temi di crescita personale, amore, perdita e riscoperta di sé. La canzone traccia il viaggio emotivo di una donna alle prese con una relazione sentimentale complessa, svelando i suoi stati d’animo attraverso immagini ricche e metaforiche. La narrativa si dipana tra momenti di introspezione malinconica, riflessioni sulla maturità emotiva e sulla natura delle relazioni umane, fino a giungere a una sorta di rinascita personale. La canzone evoca un senso di nostalgia e di struggimento per un amore perduto o non corrisposto, ma anche una crescente consapevolezza di sé e un’apprezzamento per la libertà e l’autenticità ritrovate. La protagonista naviga tra ricordi e realtà, tra il peso delle convenzioni e il desiderio di autenticità, culminando in una rivelazione di gioia iperbolica e di nostalgia per il sé autentico. In questo modo, “Diacronia Referenziale” si configura come un’opera che esplora la complessità delle esperienze umane, la bellezza del cambiamento e la forza della resilienza emotiva.


SPARTITO

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ACCORDI


DEMO & REGISTRAZIONI DI PROVA

Coming Soon (Le sto cercando, sono sicuro di averle da qualche parte…)



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CREDITI

Music and Lyrics by Marco Delrio


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Mail: delriomarco.md@gmail.com
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