20/10/1923 – Ore 10:24 – #113
Le prime ore di questo venerdì si sono impantanate, sia figurativamente che letteralmente, nella prima grossa precipitazione autunnale, incorniciata dalle imprecazioni dei cocchieri e dalla fretta bagnata dell’avventori delle strade. Dopo un rallentato, faticoso, seppure piacevole incontro di lavoro con Andrew e Victoria, colleghi più esperti della mia compagnia, son corso alquanto svogliatamente alla Crosspath Factory di Craneville, un monumentale e storico complesso industriale, ormai segnato dagli anni, che ancora osserva impettito il quadrante settentrionale di Bolìnthos. Qui le mie mansioni oggi si dilungheranno più del solito in quanto il nuovo cliente acquisito dal signor Tinsteel, la Goodhouse Inc, ha richiesto una prova operativa per accertarsi delle nostre capacità relazionali e valutare il potenziale di distribuzione del suo carburante vegetale. Le mie capacità di intermediazione dovranno sdraiarsi sull’aspettative e, s’il mio umore e la mia iniziativa reggeranno lo sgretolamento motivazionale dell’ultimo periodo, potrò fornire alla Goodhouse una dimostrazione d’eccellenza degna del nome di Tinsteel e Parker.

Ore 22:02
M’ha raggiunto Lily qualche ora fa e spenderemo l’ultimi giorni della settimana tentando d’allietare le fatiche appena trascorse, lei fra i libri, io fra l’impegni lavorativi. L’attività per la Goodhouse s’è rivelata alquanto ostica e s’è protratta per più ore di quelle previste, vuo’ per la mia dedizione al presentar una relazione esaustiva, vuo’ per la mia ruggine nell’effettivo lavoro di consolidazione dei nuovi clienti che si fonda su abilità e scioltezze che non tendo a esercitare abbastanza. Tuttavia, la poliedricità dell’incombenze cui vengo sottoposto avendo scelto questo impiego, con tutte le sottomissioni del caso dovute alla mia estrema disponibilità, stanno lentamente affilando molte caratteristiche che ‘n anni addietro ho completamente ignorato, fra la timidezza e la pigrizia, ed è ispirante ver quant’attrito va sciogliendosi ‘n ogni una di esse in questa coercizione disciplinata mirata all’obbiettivi dell’azienda. Da qualche passo indietro, tuttavia, vi sono ‘ncora talmente tante scale da frontare che a volte oscillo imprevedibilmente veloce fra l’ambizione e lo sconforto; non trovo arduo il militar mio disciplinarmi quanto la costanza dell’obbedienza a le mie stesse norme, per quanto conscio del fine ultimo.
Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”

👆 Sto sperimentando con varie modalità di presentazione del diario di Arthur Parker. Son ben accetti commenti ed impressioni a riguardo!
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