“Controvento”

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TESTO

Capita che penso “Forse sbaglio in qualche cosa
O, forse, ho solo qualche cosa che non va…”
E capita che, a stenti, scarabocchio quasi in prosa
La mia consueta ed infelice felicità
E capita che, in pratica, ‘sta tristezza diplomatica
Può sedurmi con la sua creatività
Ma naviga in un whiskey sour un pezzo di quest’anima
Trovata ai saldi giù, in città.

Capita che penso d’esser solo in mezzo al resto
E che si noti pure troppo la mia fragilità
E capita anche questo, a volte, capita che penso
D’esser solo sentimento e banalità;
Capita che grandina in quartine sulla macchina,
Un perpetuo chiaroscuro di Rembrandt
E macera una Camel Light appesa ad una cantica
Su Hesse, la mia Silvia e Karl Marx

E capita che, quando il senso pare perder senso,
Perdo il senno, il sonno e, stanco,
Canto un mondo controvento
E, dentro le assonanze, invento
Il mio universo un po’ diverso
In cui, diverso, posso fingere di essere contento
Ché capita che il tempo, a volte, passa troppo lento
E sto sdraiato sul cemento,
Al freddo d’un lampione spento
E penso “Adesso mi rialzo un’altra volta, come sempre…”
E dopo cade anche dicembre
E resto a terra con le ombre e chissà perché.

E capitan momenti in cui ti senti un po’ bambino
Nei silenzi di un mattino e, a dir la verità,
Capita che pensi che, alla fine, venir grandi
Sia più incline a chi rimpianti, sotto sotto, non ne ha
E capita che, mentre ancora mento a denti stretti,
Canto per due o tre viandanti in un wine bar
Disegnandomi un sorriso col rossetto sullo specchio
E scrivo “Tutto questo schifo passerà”.

Capita che nevica, ad agosto, di domenica,
Le incertezze ballerine come dentro ad un Degas
E capita anche questo, a volte, capita che resto
Con le rime soffocate dietro un papillon a pois
E grandina in un verso e penso a quanto tempo perdo
A dondolare tra un ricordo e la sua inutilità
E claudica la mia Mont Blanc appesa ad una cantica
Su Salinger, Beatrice e anche Kant.

E capita che, quando il senso pare perder senso,
Perdo il senno, il sonno e, stanco,
Canto un mondo controvento
E, dentro le assonanze, invento
Il mio universo un po’ diverso
In cui, diverso, posso fingere di essere contento
Ché capita che il tempo, a volte, passa troppo lento
E sto sdraiato sul cemento,
Al freddo d’un lampione spento
E penso “Adesso mi rialzo un’altra volta, come sempre…”
E dopo cade anche dicembre
E resto a terra con le ombre e chissà perché

E capita che, quando il senso pare perder senso,
Perdo il senno, il sonno e, stanco,
Canto un mondo controvento
E, dentro le assonanze, invento
Il mio universo un po’ diverso
In cui, diverso, posso fingere ed essere contento.


ANALISI AI [BETA]

L’analisi dell’IA fornita in questo blog ha lo scopo di offrire una prospettiva interessante e di stimolare la riflessione sulla musica e sul suo significato. Tuttavia, si consiglia di considerarla come un punto di partenza per ulteriori esplorazioni e discussioni, anziché come una valutazione definitiva. La bellezza dell’arte musicale risiede nella sua diversità di interpretazioni, e invitiamo gli utenti a condividere le proprie opinioni e riflessioni sulle canzoni in discussione.


“Controvento” è una canzone che esprime sentimenti complessi di fragilità, introspezione e la lotta per trovare un senso nella vita. Il testo è profondamente poetico e mette in evidenza il conflitto tra le emozioni interiori del narratore e le aspettative della società. Nell’analisi che segue, esploreremo il significato dei testi, le metafore utilizzate, la struttura della canzone e le emozioni trasmesse.

Verso 1: Capita che penso “Forse sbaglio in qualche cosa O, forse, ho solo qualche cosa che non va…”

Il brano inizia con il narratore che riflette su possibili imperfezioni o errori nella sua vita. La domanda “Forse sbaglio in qualche cosa” suggerisce un senso di autoanalisi e autocritica. Il narratore si interroga sul motivo per cui potrebbe sentirsi diverso dagli altri o percepire che qualcosa nella sua vita non va come dovrebbe.

Verso 2: E capita che, a stenti, scarabocchio quasi in prosa La mia consueta ed infelice felicità E capita che, in pratica, ‘sta tristezza diplomatica Può sedurmi con la sua creatività…

Qui, il narratore descrive come cerca di esprimere i propri sentimenti attraverso l’arte e la scrittura. L’uso di “scarabocchio quasi in prosa” suggerisce che il narratore cerca di dare un senso alla sua tristezza attraverso la creatività. La “felicità infelice” potrebbe rappresentare un equilibrio precario tra le emozioni negative e positive.

Verso 3: Ma naviga in un whiskey sour un pezzo di quest’anima Trovata ai saldi giù, in città…

Qui, il narratore rivela il suo uso dell’alcol, rappresentato dal “whiskey sour”, come mezzo per affrontare la tristezza. L’anima del narratore è descritta come un pezzo che è stato trovato “ai saldi giù, in città”, suggerendo che potrebbe sentirsi come se la sua identità fosse stata compromessa o svalutata dalla società.

Verso 4: Capita che penso d’esser solo in mezzo al resto E che si noti pure troppo la mia fragilità…

Il narratore riflette sulla sensazione di solitudine e di non appartenenza (“esser solo in mezzo al resto”) e sull’idea che la sua fragilità sia evidente agli altri. Questo verso esprime una consapevolezza dell’auto-percezione e delle dinamiche sociali.

Verso 5: E capita anche questo, a volte, capita che penso D’esser solo sentimento e banalità…

Il narratore continua a riflettere sulla sua percezione di sé, sottolineando come potrebbe sentirsi come un essere di “solo sentimento e banalità”. Questo potrebbe riflettere una lotta interiore tra la necessità di sentirsi autentico e l’adesione alle aspettative sociali.

Verso 6: Capita che grandina in quartine sulla macchina, Un perpetuo chiaroscuro di Rembrandt…

In questo passaggio, il narratore utilizza immagini poetiche per rappresentare momenti difficili e oscuri nella sua vita. La grandine e il “perpetuo chiaroscuro di Rembrandt” simboleggiano le sfide che devono affrontare, sia fisicamente che emotivamente.

Verso 7: E macera una Camel Light appesa ad una cantica Su Hesse, la mia Silvia e Karl Marx…

Qui, il testo menziona una sigaretta (“Camel Light”) come simbolo di una dipendenza o di un meccanismo di coping. La cantica su Hesse, Silvia e Karl Marx suggerisce una varietà di influenze culturali e intellettuali che possono contribuire alla complessità delle emozioni del narratore.

Verso 8: E capita che, quando il senso pare perder senso, Perdo il senno, il sonno e, stanco, Canto un mondo controvento E, dentro le assonanze, invento Il mio universo un po’ diverso In cui, diverso, posso fingere di essere contento…

Questo verso cattura il nucleo della canzone. Il narratore descrive come, quando si sente sopraffatto dalla mancanza di significato, perde la ragione e il sonno. Tuttavia, trova conforto nella creazione di un mondo immaginario (“un mondo controvento”) attraverso la musica e la poesia. Questo mondo alternativo permette al narratore di “fingere di essere contento”, indicando che potrebbe essere un rifugio dalle difficoltà della realtà.

Verso 9: Ché capita che il tempo, a volte, passa troppo lento E sto sdraiato sul cemento, Al freddo d’un lampione spento E penso “Adesso mi rialzo un’altra volta, come sempre…”

Il verso esprime il concetto di tempo che passa lentamente quando si è sopraffatti dalla tristezza o dalla solitudine. La figura del narratore sdraiato sul cemento accanto a un lampione spento evoca un’immagine di isolamento e desolazione. Tuttavia, il narratore dimostra resilienza dicendo “Adesso mi rialzo un’altra volta, come sempre”, sottolineando la sua capacità di affrontare le difficoltà.

Verso 10: E dopo cade anche dicembre E resto a terra con le ombre e chissà perché…

Questo verso fa riferimento al passare del tempo e al fatto che, nonostante gli sforzi del narratore, il dolore e la confusione persistono. La citazione di dicembre potrebbe simboleggiare un momento di transizione o fine dell’anno, suggerendo un’opportunità di riflessione e rinnovamento.

Verso 11: E capitan momenti in cui ti senti un po’ bambino Nei silenzi di un mattino e, a dir la verità, Capita che pensi che, alla fine, venir grandi Sia più incline a chi rimpianti, sotto sotto, non ne ha…

In questo passaggio, il narratore riflette sul desiderio di tornare a un momento più semplice e puro, simboleggiato dall’essere “un po’ bambino”. Questo contrasta con la percezione dell’essere adulto come un momento in cui si accumulano rimpianti. Il verso suggerisce una nostalgia per l’innocenza perduta e la paura delle responsabilità e delle delusioni che accompagnano la crescita.

Verso 12: E capita che, mentre ancora mento a denti stretti, Canto per due o tre viandanti in un wine bar Disegnandomi un sorriso col rossetto sullo specchio E scrivo “Tutto questo schifo passerà”.

Qui, il narratore descrive una performance in un wine bar, in cui cerca di nascondere le proprie emozioni dietro un sorriso finto e mentendo a se stesso. L’uso del termine “tutto questo schifo passerà” riflette la speranza che le difficoltà siano temporanee.

Verso 13: Capita che nevica, ad agosto, di domenica, Le incertezze ballerine come dentro ad un Degas…

Questo verso utilizza l’immagine della neve ad agosto come una situazione insolita e imprevedibile, che potrebbe simboleggiare eventi inaspettati o confusione. Le “incertezze ballerine” evocano l’immagine di una danza instabile e incerta, simboleggiando i cambiamenti imprevedibili nella vita.

Verso 14: E capita anche questo, a volte, capita che resto Con le rime soffocate dietro un papillon a pois…

Il narratore si sente intrappolato tra le proprie emozioni e le aspettative sociali. Le “rime soffocate” suggeriscono che il narratore cerca di esprimere se stesso attraverso la musica e la poesia, ma spesso si sente sopraffatto dalle pressioni esterne.

Verso 15: E grandina in un verso e penso a quanto tempo perdo A dondolare tra un ricordo e la sua inutilità…

In questo passaggio, il narratore riflette sulla fatica di cercare di dare senso al passato (“a dondolare tra un ricordo e la sua inutilità”). L’uso di “grandina in un verso” suggerisce che la sua arte potrebbe essere disturbata o compromessa dalle sue emozioni conflittuali.

Verso 16: E claudica la mia Mont Blanc appesa ad una cantica Su Salinger, Beatrice e anche Kant.

La menzione di Mont Blanc, Salinger, Beatrice e Kant indica la profondità delle influenze letterarie e filosofiche del narratore. Tuttavia, la Mont Blanc “claudica”, suggerendo che anche le influenze culturali possono essere pesanti da sopportare o incapaci di offrire risposte soddisfacenti.

Verso 17: E capita che, quando il senso pare perder senso, Perdo il senno, il sonno e, stanco, Canto un mondo controvento E, dentro le assonanze, invento Il mio universo un po’ diverso In cui, diverso, posso fingere di essere contento…

Questo verso ripete il ritornello principale della canzone, sottolineando il tema della creazione di un mondo immaginario come mezzo per affrontare il senso di smarrimento e confusione. Il narratore trova conforto nell’arte e nella musica, dove può “fingere di essere contento”.

Verso 18: Ché capita che il tempo, a volte, passa troppo lento E sto sdraiato sul cemento, Al freddo d’un lampione spento E penso “Adesso mi rialzo un’altra volta, come sempre…”

Questo verso riflette nuovamente sul passare del tempo e sulla tenacia del narratore nell’affrontare le sfide. La ripetizione dell’idea di rialzarsi “come sempre” indica una lotta costante e una volontà di superare le difficoltà.

Verso 19: E dopo cade anche dicembre E resto a terra con le ombre e chissà perché…

La canzone si conclude con la stessa immagine di dicembre e delle ombre, sottolineando ancora una volta il senso di smarrimento e di non comprensione delle emozioni del narratore.

In sintesi, “Controvento” è una canzone che esplora i conflitti interiori, la solitudine e la necessità di trovare significato nella vita. Il narratore cerca rifugio nella creatività, nell’arte e nella musica come modo per affrontare la tristezza e la confusione. La canzone cattura l’ambiguità delle emozioni umane e la lotta per trovare un senso di appartenenza e di autenticità in un mondo complesso e mutevole. Il testo è profondo e poetico, invitando l’ascoltatore a riflettere sulla propria esperienza e sulla ricerca del significato nella vita.


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disclaimer: Gli articoli presenti in questa sezione del blog includono analisi di poesie effettuate dall’intelligenza artificiale. È importante tenere presente che le interpretazioni artistiche e letterarie sono spesso soggettive e possono variare notevolmente da persona a persona. Le analisi fornite dall’intelligenza artificiale sono basate su modelli di linguaggio e dati storici, ma non riflettono necessariamente l’unico o il “vero” significato di una poesia. Le analisi dell’intelligenza artificiale possono offrire prospettive interessanti e nuove su opere letterarie, ma non dovrebbero sostituire l’approccio critico umano o l’interpretazione personale. Si consiglia agli utenti di prendere in considerazione le analisi dell’intelligenza artificiale come un punto di partenza per la riflessione e il dibattito, piuttosto che come un’opinione definitiva. Si prega di ricordare che l’arte, compresa la poesia, è aperta a molteplici interpretazioni e sfumature, e il piacere della sua scoperta deriva spesso dalla libertà di interpretazione personale. Inoltre, l’intelligenza artificiale potrebbe non essere in grado di cogliere completamente l’aspetto emotivo o contestuale di una poesia, il che rende ancora più importante considerare le analisi con una mente aperta e critica.



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